In principio Dio cucinò.
Fece quintali di biscottini a forma di cuore, tonnellate di gnocchi con patate e svariati container di tagliatelle all’uovo. Farcì tacchini e grossi branzini, spennellò con la chiara d’uovo chilometri di pasta sfoglia, creò torri di gelatina, glassò palazzi di pandispagna, caramellò oceani di frutta, decorò migliaia di torte a strati, riempì bignè e krapfen in quantità, imbottigliò il limoncello, il nocino e persino il bananino.
Il secondo giorno Dio accese la luce e vide che intorno era molto sporco, così fece le pulizie.
Tolse le ragnatele dal soffitto, diede la polvere anche in mezzo ai radiatori, svuotò tutti i cassetti e li igienizzò, deterse i pavimenti, lustrò i vetri, spazzolò i tappeti e lavò le tende, eliminò le macchie di muffa che erano lì dal Giurassico, smontò gli armadi e li rimontò di nuovo. Lavò la macchina fuori e dentro e passò il Lisoformio sui cerchi delle gomme. Durante le operazioni trovò centinaia di campioncini della profumeria e farmaci scaduti, fece una scultura con i cotton fioc e giurò che non avrebbe più comprato un massaggiatore per il viso.
Il terzo giorno faceva caldo e c’era un bel sole, così Dio lavò.
Caricò ottoantotto milioni di lavatrici, alternando il programma per delicati a quello per i capi in cotone; oltre alle acque separò anche i capi scuri da quelli bianchi, usò l’ammorbidente biologico e il detersivo biodegradabile e stese le maglie rosse con le mollette rosse e i pantaloni blu con le pinze blu, perché era uno molto preciso e se faceva una cosa era per sempre. Già che c’era, lavò anche i pupazzetti del cane e i guanti da forno, ma decise di buttare le ciabatte perché puzzavano troppo.
Il quarto giorno Dio si svegliò energico e fece ginnastica.
Indossò il body e le scarpette e cominciò con un risveglio muscolare per accendere il metabolismo, poi passò allo yoga e si esibì in alcune capovolte e torsioni che risvegliarono la peristalsi. Dopo una breve sosta in bagno si dedicò alla cyclette, poi passò alla panca dove svolse alcune serie di addominali. Mentre saltava la corda s’inventò una nuova coreografia di zumba, abbinando il corpo libero agli attrezzi e infine si divertì con l’hip hop e la danza acrobatica. Chiuse con alcune respirazioni profonde e compensò con un po’ di stretching.
Il quinto giorno pioveva, così Dio mise in ordine.
Buttò tutto quello che non usava più, secondo il metodo di Marie Kondo, che era il suo idolo. Cominciò con i vestiti e si provò dei pantaloni che non indossava dai tempi di Erode e vide che non gli entravano. Buttò in un sacco le mutande vecchie e i costumi da bagno smollati. Passò ai libri e infilò negli scatoloni i volumi di Vespa e di Sgarbi, l’Enciclopedia dei Ragazzi e la collezione completa di TV Sorrisi e Canzoni. Cestinò le dichiarazioni dei redditi fatte Avanti Cristo e Dopo Cristo e tutte le tavolette incise con le liste della spesa.
Il sesto giorno Dio svuotò il garage.
Trovò il triciclo di Gesù, i suoi quaderni con i pensierini di prima elementare e un biglietto che gli aveva regalato per la festa del Papà con un grande cuore fatto di pasta di pane. Contò mille milioni di paia di scarpe sugli scaffali, in una nicchia del muro scovò il prototipo della prima ruota e dentro un cassetto rinvenne una bozza della Magna Carta. In una scatola da scarpe c’erano delle lettere d’amore e le foto del matrimonio della Regina di Saba. Portò tutto nei cassoni della CRI perché avevano un logo familiare.
Il sesto giorno giorno Dio si riposò.
Stappò una birra e guardò tutte le puntate di LOST in una volta.
Poi ricominciò daccapo.
E fu sera e fu mattina!
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Ha dimenticato le lasagne!! 🙂
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Cavolo, hai ragione Roby!
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Divertente! Mi sono bevuto il post come un thè freddo. Liscio. Non conosco il sesso di “Dio”, ma sono sempre più certo sia donna. Ciao!
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Grazie Tiziano, anche a nome del titolare!
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